Fibromialgia, a che punto siamo

Il primo passo è compiuto. L’Emilia-Romagna ha finalmente completato il documento che definisce modalità di diagnosi, presa in carico, trattamento e follow-up post trattamento.

C’era bisogno di questo documento? Si, perché non c’è un assenso sufficientemente unanime e consolidato tra gli specialisti rispetto ai criteri per la diagnosi e per l’approccio terapeutico. Cosa che purtroppo ad oggi non consente di far rientrare la sindrome fibromialgica nell’elenco delle malattie croniche per le quali è prevista l’esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria.

Per questo in Emilia-Romagna siamo partiti da qua. Ci abbiamo messo più di un anno perché il lavoro è stato ampio e approfondito, producendo un risultato che rappresenta un unicum a livello nazionale.

IN SINTESI

Il documento parte dalla presa in carico della persona che deve avvenire da parte del medico di famiglia, nell’ambito di un team multiprofessionale e interdisciplinare come già avviene per altre patologie croniche. Fondamentale in tal senso è la formazione dei professionisti e l’educazione del paziente per una efficace gestione della malattia.

La diagnosi non può che essere basata su sintomi caratteristici e specifici criteri e sull’esclusione di altre ipotesi diagnostiche. I sintomi essenziali riconosciuti sono quattro:

  1. dolore,
  2. affaticamento,
  3. disturbi del sonno,
  4. disturbi cognitivi.

Partendo da questi sintomi, deve essere messa in campo una diagnosi differenziale fondata su anamnesi accurata e alcuni specifici esami di laboratorio.

Il trattamento prevede attività di educazione del paziente, trattamenti non farmacologici e trattamenti farmacologici. In Emilia-Romagna, fra i trattamenti non farmacologici, la prima scelta è per l’attività fisica (a secco e in acqua calda) a cui si aggiunge l’agopuntura. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico vengono indicati diversi tipi di approccio, sempre in combinazione con trattamenti non farmacologici. È in corso un approfondimento rispetto al possibile utilizzo della cannabis terapeutica.

PROSSIMI PASSI

Il documento è già stato inviato a tutte le direzioni generali territoriali della Regione. È stato poi inoltrato al Consiglio Superiore della Sanità e al Ministero della Salute, affinché possa essere una base utile per arrivare al riconoscimento definitivo della malattia.
Nel frattempo l’Emilia-Romagna darà corso ad altre iniziative di ricerca e sta valutando nuove sperimentazioni sul versante del trattamento non farmacologico. A ciò si aggiunge, in relazione con l’aggiornamento nazionale dei LEA, la valutazione tuttora in corso su possibili campi di esenzione.
Sarà mia cura tenere alta l’attenzione in Regione e al Ministero affinché si giunga rapidamente a poter fornire un supporto concreto e stabile ai malati fibromialgici.

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