Fibromialgia: in Emilia-Romagna il primo passo verso il riconoscimento della malattia

sistmuscolareIn Emilia-Romagna si è costituito il gruppo di lavoro regionale composto da medici reumatologi e altri specialisti delle aziende sanitarie regionali e dall’associazione AMRER (Associazione Malati Reumatici Emilia-Romagna).

A questo LINK potete leggere la notizia sul sito della Regione Emilia-Romagna.

L’obiettivo principale, in questa prima fase, è quello di raccogliere e analizzare i dati sull’incidenza della sindrome fibromialgica nel territorio regionale e partire dallo studio epidemiologico per valutare i percorsi di cura e assistenza più efficaci. Nessun’altra Regione ha finora impostato un lavoro di questa portata: ciò consentirà all’Emilia-Romagna di riproporre gli elementi per individuare i criteri diagnostici della malattia anche al Ministero della Salute.

La fibromialgia, o sindrome fibromialgica (SFM) è una malattia particolarmente complessa e subdola, comporta dolore muscolare cronico diffuso e astenia, associato a rigidità che rendono difficoltosi movimenti ordinari, oltre a una vasta gamma di disturbi funzionali. È inoltre una malattia cosiddetta orfana, ovvero per la quale non sono esistono farmaci specifici e viene diagnosticata soltanto dopo visite e analisi che sono vòlti ad escludere altre patologie.

Sono soddisfatto di questo primo, attesissimo passo verso il riconoscimento della malattia. A dicembre scorso avevo presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per chiedere un interessamento fattivo sulla questione, sollecitando anche il coinvolgimento delle associazioni dei malati. L’attenzione dell’Assessore regionale Sergio Venturi, di AMRER (a questo LINK potete leggere il loro comunicato in merito alla notizia) e delle persone che mi hanno contattato per dare il proprio sostegno a questa causa, hanno contribuito a realizzare in tempi tutto sommato brevi i primi frutti.

Certamente riunire insieme medici e associazioni di pazienti allo stesso tavolo è un passaggio dalla valenza significativa, per costruire un confronto che darà risultati importanti. Il percorso è iniziato e mi auguro che dall’Emilia-Romagna possa arrivare anche al resto d’Italia.

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