Terzo settore, valorizzare la rete territoriale dei CSV

 

Più autonomia alle reti territoriali dei centri servizi per il volontariato. È questa la sollecitazione del Partito Democratico formalizzata con una risoluzione – prima firmataria la collega consigliera PD Lia Montalti – approvata oggi in Commissione Sanità e Welfare.

Con la riforma del Terzo Settore, se da un lato ai CSV sono riconosciuti più compiti anche nella gestione delle risorse, dall’altro spinge verso una forte centralizzazione del sistema.

È costituito un Organo nazionale di controllo al quale fanno riferimento dieci organi territoriali. Emilia-Romagna e Marche saranno unite, a tal proposito, in unico ambito. L’organo nazionale accredita un CSV per ogni città metropolitana e per ogni provincia con territorio montano e confinante o in alternativa un CSV per ogni milione di abitanti.

Come riconosciuto anche dall’Assessorato regionale, tali criteri non garantiscono la tutela dei sistemi come quello emiliano-romagnolo fondati su logiche e servizi di prossimità alle organizzazioni di volontariato e sulla valutazione delle priorità territoriali.

Tali criteri, stando alla legge nazionale, potranno essere derogati in presenza di specifiche esigenze territoriali del volontariato o di contenimento dei costi, ma su esclusiva valutazione dell’Organo nazionale di controllo che potrà intervenire con atto motivato. In ogni caso il numero massimo di centri servizi accreditabili in ciascuna regione non potrà superare il numero di quelli già istituiti all’entrata in vigore del decreto attuativo della riforma, emanato lo scorso febbraio.

Il nostro documento è nato proprio dalle sollecitazioni del territorio. In Emilia e in Romagna infatti, la rete dei Centri servizi per il volontariato è ben radicata e sostiene decine e decine di organizzazioni di volontariato che spesso sono di piccolissime dimensioni, garantendo loro supporto gestionale e burocratico. Dispiace aver registrato l’astensione del M5S, che a riguardo non ha espresso alcuna considerazione, e il voto contrario di MDP.

La Regione Emilia-Romagna si attiverà in tutte le sedi più opportune, coinvolgendo il Governo e la conferenza permanente Stato-regioni affinché sia valorizzata l’autonomia organizzativa della rete dei centri servizi per il volontariato. Un patrimonio che non possiamo rischiare di indebolire.

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