La mia intervista al “Corriere di Bologna”

dal “Corriere di Bologna” del 28/07/2016

di Pierpaolo Velonà – Bologna

Calvano e la Festa prima del Referendum
«Si farà campagna solo per il Sì»

Il segretario regionale del Pd avverte l’Anpi: «Parteciperanno alle feste, ma verranno come Anpi e non come comitato del No

BOLOGNA — Paolo Calvano, renziano doc, segretario regionale del Pd, venerdì 29 luglio inizia a Villalunga di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, la Festa del Pd emiliano-romagnolo. Ci saranno sette ministri, a partire da Maria Elena Boschi, ma un solo esponente della minoranza dem, l’ex governatore Vasco Errani.

Non crede che il cartellone sia troppo sbilanciato?

«Le date purtroppo non si sono incrociate per ragioni di carattere logistico. Ma con gli esponenti della minoranza non sono emerse polemiche di nessun genere».

Davvero nessuno strascico?

«No. Perché la festa è stata costruita come sempre, chiamando tutti e dando spazio a chi dava la disponibilità di esserci. Tutti sanno come abbiamo costruito il programma, ma le date non si sono incrociate. Vedendo i programmi delle altre feste provinciali ci saranno tutte le sensibilità come è giusto che sia».

Sarà una festa molto «allineata» alle posizioni del governo?

«Nel programma racconteremo quello che stiamo facendo e che abbiamo fatto, per questo ci siamo concentrati sui ministri. E in più abbiamo messo in piedi alcuni incontri sul tema dei diritti, in particolare sull’introduzione del reato di tortura, ne parleremo con Ilaria Cucchi, che per noi è un’ospite graditissima».

Lei vuole trasformare le Feste dell’Unità in uno spot per il Sì al referendum costituzionale. Ma anche nel suo partito c’è chi, come il senatore Sergio Lo Giudice, chiede di ospitare anche le ragioni del No. Come replica?

«Il Pd ha votato in maniera compatta la riforma costituzionale e deve creare le condizioni per convincere più persone e cittadini possibili a recarsi alle urne e a votare sì al referendum. Sull’obbiettivo non devono esserci dubbi, l’abbiamo sancito con il voto parlamentare e con le direzioni nazionali e locali».

Dunque niente spazio al No?

«Solo se il confronto serve a rafforzare le ragioni del Sì. L’obbiettivo dev’essere convincere i cittadini della bontà di questa riforma e spiegare che questa riforma può segnare un salto di qualità».

Non farete nessuna eccezione, neanche per l’Anpi? L’associazione dei partigiani è contraria alla riforma costituzionale…

«Sono iscritto anch’io all’Anpi. Ho colto da parte loro dichiarazioni responsabili. L’Anpi è sempre stato un ospite gradito. Ho capito che loro parteciperanno alle feste, ma verranno come Anpi e non come comitato del No».

È giusto che Renzi si dimetta se la riforma non passa?

«È giusto che i cittadini votino sul merito, useremo le feste per questo. Il referendum non è un voto sul governo né su Renzi, ma sul futuro delle nostre istituzioni».

La minoranza pd voterà sì al referendum ma vuole cambiare la legge elettorale. Cosa ne pensa?

«Il parlamento può essere il luogo dove si trovano accordi e proposte migliorative. Mi preme però che ci sia una legge elettorale che al pari dell’Italicum possa garantire governabilità, stabilità e democrazia».

E se con l’Italicum vincono i Cinque Stelle?

«Per me è un argomento che non esiste, non si fanno leggi elettorali in funzione di chi vince o chi perde, ma nell’interesse del Paese».

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