Verso le elezioni politiche di marzo

Il voto di marzo si avvicina e arriva al termine di una legislatura che sembrava non potesse neanche partire. Invece ha concretizzato innovazioni storiche nel campo dei diritti civili, ha indubbiamente fatto ripartire l’economia – grazie innanzitutto al protagonismo degli attori economici del paese – e ha dato impulso alla ripresa occupazionale.

In campagna elettorale ci sarà chi proverà a ragionare e proporre ulteriori soluzioni ai molti problemi ancora sul tavolo e chi invece continuerà a concentrarsi nella ricerca dei colpevoli, o presunti tali, delle situazioni più problematiche senza proporre soluzioni.

E penso che le priorità dovrebbero essere il fisco, accompagnando la riduzione della pressione fiscale al contrasto all’evasione e a un modello in base al quale le detrazioni fiscali siano più strettamente connesse alle spese sostenute e certificate. L’immigrazione e le politiche di accoglienza che devono tenere insieme il diritto di chi è accolto e il diritto di chi accoglie, consapevoli di tenere assieme diritti e doveri. Il lavoro, consentendo a chi è uscito dal mercato in tempo di crisi di poter riacquisire le competenze per poterci rientrare con dignità.

Partiamo, ripartiamo, dall’Europa e dalla sua centralità per trovare nuova forza, nuovi impulsi e una nuova identità. Non dobbiamo correre in Italia lo stesso pericolo che ha portato la Gran Bretagna a farsi del male. Lì la spinta populista ha prevalso e oggi, ultimissimi dati alla mano, un sondaggio rivela che il 51% degli elettori britannici si dice ora contrario alla Brexit rispetto al 41% di favorevoli.

Penso che il Partito Democratico non possa che essere orgoglioso di molti dei risultati conquistati in questi cinque anni, penso che credere che, da soli, questi risultati bastino per accontentarci di quel che abbiamo non sia sufficiente.

I saltatori in alto, quando vincono una gara, possono chiedere al giudice di gara di alzare ulteriormente l’asticella per fare il record. Il riformista deve essere come il saltatore in alto e non rinunciare mai ad alzare l’asticella per migliorarsi.

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