Il congresso PD dell’Emilia-Romagna

Il 2014 ci ha lasciato momenti entusiasmanti e situazioni critiche: da un lato una vittoria elettorale innegabile che ha portato alle elezioni europee il PD al 52,2% nella nostra regione e all’elezione di oltre duecento sindaci sostenuti dal nostro partito, compresi quelli di tutte le città capoluogo che sono andate al voto, dall’altro lato la fine prematura della legislatura regionale e l’inchiesta sulle spese dei gruppi in Regione.

Gli effetti negativi degli ultimi eventi si sono potuti immediatamente verificare: una scarsa partecipazione alle primarie di settembre ed una affluenza alle urne mai così bassa.

primarieIl dato delle primarie deve farci riflettere seriamente. Uno strumento così importante di partecipazione e di scelta per i nostri iscritti ed i nostri elettori da solo non basta; anzi, se non è il naturale epilogo di un confronto di idee all’interno di uno schieramento e se la fiducia nei confronti della politica viene del tutto a mancare, esso rischia di perdere di significato e attrattività.

La bassissima affluenza elettorale, poi, ci ha consegnato un sentimento di sfiducia generalizzato di cui dobbiamo farci carico e rispetto al quale reagire immediatamente.

Il partito dell’astensione è diventato il primo e più aggressivo nemico da battere anche nella nostra Regione. Da questo dato occorre ripartire con umiltà per riconquistare la fiducia degli elettori.

L’affermazione del Presidente Stefano Bonaccini, con una vittoria netta rispetto agli avversari, sempre più frammentati e alle prese con problemi di credibilità, coesione interna e coerenza, ci offre l’occasione per ripartire.

Il Partito Democratico deve essere protagonista nell’inaugurare una nuova fase di “buona politica”. Una fase in cui non si ceda al rischio di parlare solo al proprio interno, liberando invece le proprie energie per allargare la partecipazione, per essere attrattivi e riaffermare i nostri valori fondanti, gli obiettivi per i quali il PD è nato.

Per questo il Congresso del PD dell’Emilia-Romagna è una grande occasione per imboccare una strada nuova, anche rispetto al quadro nazionale, a partire dalla forma partito.

Il nostro stesso Segretario nazionale, Matteo Renzi, ha aperto il confronto su questo tema. Occorre infatti individuare, immaginare, sperimentare, costruire un partito che sia in grado di svolgere appieno il proprio ruolo: essere non solo un comitato elettorale, ma ancor prima essere un interlocutore riconosciuto ed autorevole per le persone, portatore di valori, di idee, in dialogo continuo e reciproco con le istanze sociali ed in grado di trasformare le idee in buone pratiche politiche ed amministrative.

Ecco perché il dibattito sulla forma partito non è né sterile né autoreferenziale, ma è una riflessione obbligata per contrastare la crisi della rappresentanza che mal si sposa con la nostra visione di democrazia compiuta: è necessario individuare e percorrere una strada che torni a dare credibilità e dignità all’impegno politico, all’azione pubblica e ai partiti.

Recuperare il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni diventa un obiettivo imprescindibile dell’azione del nostro partito.

assemblea_pdConsapevoli che il Congresso dell’Emilia-Romagna potrà avere un grande impatto sul Partito Democratico nazionale influenzandone il futuro, abbiamo avvertito questa grande responsabilità. Per questo siamo andati oltre la mera articolazione delle sensibilità congressuali del 2013 e delle ultime primarie per il Presidente della Regione: all’io abbiamo sostituito il noi, abbiamo privilegiato il confronto e siamo riusciti a far prevalere l’idea di un lavoro comune e condiviso, che non mortifica la discussione interna, ma anzi la valorizza.

Un messaggio di reale unità del partito ed un metodo di lavoro che devono divenire anche per il futuro pratica quotidiana: è ciò che ci chiedono i nostri iscritti ed i nostri elettori.

Il congresso unitario ci permette di confrontarci sentendoci tutti protagonisti, ricercando sui singoli temi una sintesi frutto di una discussione aperta e gestita con equilibrio, ma evitando meri equilibrismi, evitando quell’immobilismo che in certe situazioni ha fatto percepire la politica poco efficace e non in grado di incidere positivamente sulla vita delle persone.

Il PD che immaginiamo ha la capacità di mettere in campo una squadra competitiva e all’altezza della sfida che lo aspetta; i giocatori sono già pronti, tocca a noi motivarli a dovere, e farli sentire parte di un progetto comune.

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