Il PIL dell’Emilia-Romagna cresce dell’1% nel 2016

Nel 2016 procede la ripresa dell’economia regionale con un passo più sostenuto rispetto alla crescita dell’Italia: il PIL nella nostra Regione cresce infatti dell’1%. È quanto emerge dai dati del Rapporto sull’economia regionale 2016 realizzato da Prometeia per conto di Unioncamere e Regione Emilia-Romagna.

L’Emilia-Romagna si è colloca tra le regioni più dinamiche d’Italia. Per il 2017, secondo le previsioni di Prometeia, il Pil dovrebbe crescere dell’1,0, replicando il moderato incremento previsto nel 2016, per salire ulteriormente dell’1,3 nel 2018. Lo scenario globale vede un sostanziale rallentamento della crescita dell’attività (+2,8) e del commercio mondiale (+1,6); nei paesi industrializzati si verifica poi un rallentamento della crescita (+1,5), che non riguarda invece le economie emergenti (+3,7), declina nell’area dell’euro (+1,6), mentre resta stabile in Italia (+0,7).

Ci eravamo ripromessi di far sì che la nostra regione fosse la locomotiva del Paese e i risultati confermano questo obiettivo. Come si è fatto a raggiungerlo? Perché quell’impegno è condiviso, mette insieme pubblico e privato, con il pubblico che crea le condizioni e il privato che investe potendo contare su un sistema di relazioni territoriale unico in Italia. Questa è l’Emilia-Romagna, quella che cresce cercando di non lasciare indietro nessuno. Un obiettivo ambizioso da perseguire giorno dopo giorno.

A sostenere l’economia regionale è l’export che, pur in leggera frenata, dovrebbe chiudere con un aumento reale del 3,0; la crescita delle esportazioni stando alle previsioni di Prometeia riprenderà lievemente nel 2017 (+3,3). Il ritmo del nuovo ciclo degli investimenti cresce del +2,3 e rallenta lievemente la ripresa dei consumi (+1,5).

La ripresa del Pil, seppur moderata, ha avuto esiti positivi sul mercato del lavoro, il cui andamento è stato caratterizzato da un apprezzabile incremento dell’occupazione. L’Emilia-Romagna ha nuovamente registrato il secondo miglior tasso di occupazione del Paese, alle spalle del Trentino-Alto Adige. Con un tasso di disoccupazione del 7,1% si è collocata nei primi nove mesi del 2016, tra le regioni italiane meno afflitte dal fenomeno. Per quanto concerne il tasso di attività, nel terzo trimestre 2016 è la seconda regione italiana (73,4%), in virtù del tasso di attività femminile, tra i più elevati del Paese (67,2%).

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