Il PD il problema sicurezza lo vuole risolvere, la Lega lo vuole spostare

Pubblico di seguito la lettera che ho inviato al direttore della Nuova Ferrara Luca Traini.


Gentile Direttore Traini,

nel suo editoriale di domenica scorsa, Lei ha colto nel segno.

Il problema della sicurezza, voglio essere realista, non si affronta pensando che esista una soluzione unica. Per risolverlo alla radice bisogna agire da una parte sulla prevenzione della criminalità e usando il pugno duro per contrastarla e sanzionarla, dall’altra migliorando le condizioni di vita nella città.

L’Amministrazione Comunale di Ferrara sta seguendo questa strada: con il “Patto per Ferrara sicura”, in un’ottica di integrazione di ruoli e capacità di azione, Prefettura, Questura e Comune agiscono ed interagiscono per un più incisivo controllo del territorio e sul fronte del mantenimento dell’ordine pubblico. È un passaggio fondamentale e indispensabile. Che da solo però non basta. Perciò, con coraggio, lungimiranza e coerenza, bisogna investire su partecipazione sociale, recupero urbanistico e riqualificazione urbana, oltre che sul sostegno alle attività ricreative, ludiche e commerciali che si insediano nei tessuti urbani più rischiosi.

A Ferrara questo è dimostrato dai fatti e dai luoghi strappati al degrado: penso all’ex Caserma dei Vigili del Fuoco in Poledrelli che ora è per tutti “Spazio Grisù”, agli ex Magazzini generali Savonuzzi che oggi ospitano le attività del Consorzio Wunderkammer e il Centro per le famiglie, al Centro di Mediazione in piazza Castellina e alla nuova sede della Polizia Municipale in IV Novembre. E guardando all’imminente futuro, penso al recupero dell’ex Mof di corso Isonzo che sarà la sede dell’Ordine degli Architetti e dell’Urban Center.

La Regione Emilia-Romagna, già da tempo, sostiene questo “doppio binario”: finanzia da un lato progetti mirati alla videosorveglianza e ad incentivare l’installazione di sistemi di allarme privati, mentre dall’altro punta a permettere ai cittadini e alle comunità di trasformare e riappropriarsi degli spazi urbani pubblici.

La sola azione repressiva avrebbe l’effetto di spostare il problema da un quartiere all’altro.

Viene da pensare che per alcune forze politiche, Lega in testa, faccia comodo così, in modo tale da poter cavalcare le sacrosante paure di noi cittadini un giorno in un quartiere e il giorno dopo nell’altro, essendo quello l’unico modo di esistere politicamente. Per noi il tema non è di sopravvivenza politica, ma di efficacia dell’azione. E affinché il risultato sia raggiunto, servono ordine e partecipazione: siamo al lavoro per garantire il primo e stimolare la seconda.

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