PESCA | Si faccia chiarezza sul recupero del pescato dei bracconieri

Il bracconaggio in acque interne torna al centro della mia attenzione, per questo ho interrogato la giunta sul tema anche a seguito dell’allarme lanciato dalla polizia provinciale di Ferrara.

Il problema è ben noto nel territorio ferrarese e rappresenta un concreto rischio per l’ecosistema ittico. È una grave minaccia e tra le criticità emerse vi è quella del ritrovamento di notevoli quantitativi di carcasse di pesce che devono essere necessariamente raccolte e smaltite in tempi rapidi anche per questioni di carattere igienico-sanitarie.

La Regione attraverso la Legge per la tutela della fauna ittica e per la disciplina della pesca, si è dotata di uno strumento finalizzato proprio a contrastare il bracconaggio, ma sembrano esserci intoppi sullo smaltimento delle carcasse.

L’attuale normativa prevede che le spese per il recupero del pescato siano a carico del trasgressore ma trattandosi di soggetti insolventi tale compito spetta in primis all’Ente di riferimento riservandosi la facoltà di rivalsa.

Era già emersa la volontà di trovare una soluzione sullo smaltimento delle carcasse, valutando di ampliare alcuni strumenti già esistenti per il recupero della fauna selvatica. Ad oggi però non risultano impegni e risorse destinate a questo tema, per questo ho chiesto alla Giunta spiegazioni, in modo che il disagio venga risolto. Chiedo infatti se vi è l’intenzione di prevedere all’interno dei capitoli di spesa, la raccolta, le risorse a copertura per il trasporto e lo smaltimento di grossi quantitativi di pesci rinvenuti a seguito di azioni antibracconaggio.

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