La mia intervista al “Corriere di Bologna”

dal “Corriere di Bologna” del 20/09/2016

di Olivio Romanini – Bologna

Intervista a Paolo Calvano – «Gridare contro Renzi è un giochino inutile Oltre all’autonomia serve la responsabilità»

Il PD e la sfida di Merola al Premier. Paolo calvano, SEGRETARIO REGIONALE Dem: «Così si disorienta il nostro elettorato»

«Gridare contro il governo è un giochino che non aiuta, così si rischia di disorientare il nostro elettorato per ragioni di posizionamento interno. E comunque oltre il Pd non c’è il sol dell’avvenire ma la Lega o i Cinque Stelle». A due giorni dall’affondo del sindaco Virginio Merola contro il governo Renzi, a rispondere al primo cittadino con nettezza è il segretario regionale del Pd Paolo Calvano.

Siete impegnati nella campagna per il referendum costituzionale ma sembra una partita difficile perché nemmeno il Pd è compatto sul Sì.

«La nostra campagna — spiega — prova a stare sul merito. Le ragioni del Sì hanno una lunga storia a sinistra ma se ci concentrassimo solo sul Pd non potremmo mai vincere. Dobbiamo rivolgerci ad uno spettro più ampio dell’elettorato».

A chi in particolare?

«Con la riforma della Costituzione si dà una maggiore autonomia alle Regioni più virtuose e questo dovrebbe interessare l’elettorato della Lega Nord, si attua la più grande riduzione dei costi della politica che sia mai stata fatta e questo dovrebbe interessare l’elettorato dei Cinque Stelle».

Eppure l’elettorato più permeabile sembra quello moderato del centrodestra.

«Vero, d’altra parte Forza Italia ha votato questa riforma e io credo che la base possa non seguire i vertici che hanno cambiato idea per una strategia di bassa lega. Anzi, sono convinto che gli elettori del centrodestra voteranno Sì e a loro ci rivolgeremo. La nostra campagna si concentrerà anche sul mondo delle categorie economiche, su quello del lavoro, sul mondo universitario e anche su quello dello sport. A tutti diremo una cosa chiara: chi dice che si vince il No si può fare una riforma migliore dopo 6 mesi racconta una favola, dopo II No non c’è nulla».

Sta per chiudere la Festa provinciale dell’Unità di Bologna, c’è meno gente del solito e la ministra Boschi è stata contestata. È evidente che con una parte dell’elettorato più di sinistra si è rotto qualcosa, è preoccupato di questa situazione?

«Io credo che le Feste dell’Unità siano ormai l’unico luogo di confronto politico in Italia e non mi risulta che ai meet up dei Cinque Stelle sia mai stato invitato qualcuno che non la pensa come loro. Detto questo è chiaro che c’è un dibattito a sinistra e che spesso il nostro partito dà l’impressione di fare sia la maggioranza che l’opposizione».

Il sindaco Merola ha attaccato Renzi alla Festa dell’Unità accusandolo di politiche centraliste e di aver perso il contatto con i ceti popolari.

«Bisognerebbe con orgoglio ricordare che dopo anni è stato sbloccato il Patto di stabilità e che il governo ha fatto partire anche le infrastrutture a Bologna. L’autonomia dei sindaci è sacrosanta ma accanto all’autonomia serve anche responsabilità. Gridare contro il governo è un giochino che non porta a niente, così si rischia solo di disorientare il nostro elettorato per ragioni di posizionamento interno. Quanto al resto, da uomo di sinistra, penso che di cose ne siano state fatte tante, dalle Unioni civili alla legge sul Dopo di noi è che si è di sinistra non per tradizione ma per quello che si fa. E comunque oltre il Pd non c’è il sol dell’avvenire ma la Lega o i Cinque Stelle».

 

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