Caro Alan, ricordiamoci da dove veniamo

Pubblico di seguito la lettera che ho scritto ad Alan Fabbri (capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, dopo aver proposto ed approvato insieme l’emendamento al bilancio 2016 della Regione Emilia-Romagna che prevede lo stanziamento di 200mila euro per il sostegno legale agli obbligazionisti secondari danneggiati dalla crisi Carife.


Caro Alan ti scrivo senza distrarmi troppo… e, ricorderai, non è la prima volta che lo faccio. Ieri insieme ai nostri colleghi ferraresi e con l’indispensabile sostegno dei nostri partiti e della Giunta regionale, abbiamo ritenuto opportuno dare un segnale condiviso a dei nostri concittadini, offrendo loro un po’ di sostegno, per le eventuali cause che quei cittadini vorranno intentare contro la gestione di quelle banche che, non informandoli adeguatamente, hanno venduto loro prodotti rischiosi e scadenti, che essi avevano in buona fede immaginato diversi. 

Questo è il tema: se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi

Il Governo Italiano per il salvataggio di quattro banche ha fatto le scelta, anche indotta dalle nuove normative europee, di non intervenire con soldi pubblici. Si sono utilizzati fondi di altre banche perché, probabilmente agli italiani non sarebbe piaciuto che le loro tasse avessero finanziato gli istituti bancari, e perché, aggiungo io, probabilmente non sarebbe stato neanche giusto in uno Stato liberale.

Nella nostra Emilia-Romagna abbiamo invece deciso di usare soldi pubblici per dare una mano a chi, in condizioni economiche più difficili, si è sentito truffato e decide di far valere i propri diritti. Questa si chiama, semplicemente, solidarietà.

Questo lo abbiamo fatto insieme, sostenuti anche da Sel e con il voto favorevole del M5S. Abbiamo dato vita ad un’azione anche un po’ ferrarese, che avremmo dovuto valorizzare meglio.

Lo dico perché se tu, Alan, su ogni partita decidi di indossare la maglia della Lega Nord, costringi anche me ad indossare quella del Democratico. 

Certamente nessuno dei due può fingere di non essere un dirigente regionale dei nostri rispettivi partiti, del resto molte cose ci dividono e continueranno a dividerci: dall’inclusione, ai diritti civili, dalle politiche per il lavoro all’innovazione istituzionale ed altro ancora.

Differenze incolmabili probabilmente, soprattutto sui valori, ma che possono ridursi quando c’è di mezzo Ferrara. Chiaramente non sempre e non su tutto, ma consapevoli che ogni tanto se ci ricordiamo da dove veniamo facciamo del bene anche alle nostre terre di appartenenza

Proviamo ad essere migliori nell’Anno che verrà.

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