VISITA AL CARCERE DI FERRARA | una struttura di qualità, ma sollecito il Ministero ad intervenire

Più sicurezza per operatori e detenuti

Nei giorni scorsi, insieme al Garante Regionale dei detenuti Marcello Marighelli, ho visitato la casa circondariale “Costantino Satta” di Ferrara, accompagnato anche dalla comandante del reparto di polizia penitenziaria Annalisa Gadaleta e dalla responsabile delle attività educative Loredana Onofri. Grazie anche alla disponibilità del direttore Paolo Malato e della garante dei detenuti di Ferrara Stefania Carnevale.

Un’occasione per verificare le condizioni della struttura e del lavoro degli operatori oltre che della vita dei detenuti. Sono diverse le progettualità messe in campo in questo delicato ambito, ma non mancano le criticità.

Tra le problematiche emerse, sulle quali mi impegnerò a trovare soluzioni, vi è la necessità d’intervento nell’ala alloggi della polizia penitenziaria oltre che sulla videosorveglianza interna e sull’impianto di condizionamento. Su questi temi è importante che anche il Ministero faccia la propria parte e tempestivamente si trovino risposte ai bisogni di chi ruota attorno alla struttura.

  • Per questo solleciterò il Governo, con gli strumenti a disposizione in Regione, affinché venga garantita la qualità del lavoro degli operatori e della vita dei detenuti.

Altro tema riscontrato è legato al sovraffollamento della struttura.

Sono 353 i detenuti a maggio 2018 e il personale della polizia penitenziaria a disposizione è di 168 unità a fronte delle 210 previste. Anche su questo tema è bene che il Ministero competente si attivi quanto prima, per garantire il giusto rapporto tra operatori e detenuti e quindi la sicurezza della struttura.

Da evidenziare è anche la positività che ho riscontrato all’interno dell’edificio.

  • Diversi sono i progetti e i laboratori realizzati, anche grazie alle risorse finanziate dal Fondo Sociale Europeo rese disponibili dalla Regione Emilia-Romagna.
  • Ottimo il coinvolgimento di diverse associazioni di volontariato, cooperative sociali, istituzioni e soggetti privati, grazie al quale viene garantito un dignitoso tenore di vita dei detenuti, che agevola anche il lavoro del personale operante nella casa circondariale.

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