Tortura. Il reato che manca

Approvata dall’Assemblea legislativa la risoluzione che avevo presentato come primo firmatario per sollecitare il Parlamento a riprendere l’iter sul reato di tortura. 

La Giunta dovrà sollecitare il Parlamento a riprendere la discussione sull’introduzione del reato di tortura nel nostro Paese accelerando l’iter di approvazione. Lo ha deciso l’Assemblea legislativa approvando una risoluzione. Con il documento si chiede al Parlamento di adeguarsi agli altri ordinamenti europei che già prevedono questo reato, partendo dai contenuti della Convenzione ONU contro la tortura e altri trattamenti e pene crudeli, inumane e degradanti, condividendone i principi sanciti nell’Art.1 che definiscono cosa s’intende per “tortura”.

Ancora una volta, sul tema dei diritti, l’Italia è in forte ritardo.

Infatti recentemente l’Italia è stata richiamata dal Comitato dei ministri del Consiglio Europa poiché ha ritenuto insufficienti le misure finora prese dal nostro Paese per dare esecuzione alla sentenza di condanna della Corte Europea dei diritti umani sui noti casi di Genova 2001, sentenza che richiamava l’inadeguatezza della nostra normativa nazionale.

La nostra risoluzione è stata approvata dall’Assemblea Legislativa a poche ore dall’ennesimo rinvio della discussione del testo in Senato. Sono ormai 30 anni che l’Italia attende questo provvedimento.

È necessario che il reato di tortura venga introdotto al più presto nella nostra legislazione, serve una norma che consenta di punire in modo adeguato una delle più gravi violazioni dei diritti umani nel massimo rispetto degli standard internazionali.

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