«Serve un nuovo “Patto per Ferrara”, collaboriamo su lavoro, ZLS e infrastrutture. La Regione c’è»

Ferrara, città che vive di cultura e turismo, sta soffrendo più di altre città la crisi legata alla pandemia. Quali provvedimenti ha messo in moto la Regione per aiutare le imprese? Riusciamo a tracciare una panoramica delle varie misure?

Sentiamo la sofferenza delle imprese e dei lavoratori. Per questo abbiamo stanziato oltre 40 milioni di euro per quelle più colpite. Di cui, 21 milioni, attraverso le camere di commercio, per bar e ristoranti. Presto ne arriveranno altri 20 milioni per: piscine pubbliche, palestre, Taxi e Ncc, imprese culturali e cinema, discoteche, spettacolo viaggiante, maestri di sci, guide turistiche, venditori ambulanti in fiere e sagre, agriturismi e per l’artigianato impegnato nell’attività di asporto.

Al di là dei bandi, occorre intervenire in modo strutturale. Uno strumento è il Patto per il lavoro: a chi spetta attuarlo? Con quali risorse? Che ruolo ha la Regione?

Il Patto per il Lavoro e per il Clima, fortemente voluto dal Presidente Stefano Bonaccini, raccoglie 55 soggetti tra organizzazioni d’impresa, sindacati, enti locali, università, terzo settore e associazioni ambientaliste. Con il Patto abbiamo condiviso una strategia per superare la crisi e generare nuovo sviluppo sostenibile e nuovo lavoro, accompagnando l’Emilia-Romagna nella transizione ecologica e riducendo le fratture economiche, sociali, ambientali e territoriali. Abbiamo definito gli obiettivi strategici verso cui orientare le risorse che si renderanno disponibili, dai 14 miliardi di investimenti già programmati ai Fondi europei ordinari e straordinari, con nuove importanti opportunità per Ferrara sul versante della coesione e del superamento delle differenze territoriali. Dalla Consulta dell’economia e del lavoro auspico che emerga un nuovo “Patto per Ferrara”. Se il perimetro sarà quello del Patto per il Lavoro e per il Clima regionale, noi saremo pronti a fare la nostra parte.

Il vicepresidente regionale di Confartigianato, Graziano Gallerani, indicava lunedì sul Carlino le priorità infrastrutturali per rilanciare la provincia di Ferrara. Sono note da tempo: raddoppio corsie A13, Cispadana, Ferrara-Mare e Romea. A che punto siamo con queste opere almeno per quanto di competenza regionale e stando alle informazioni di cui la regione dispone?

Per quanto riguarda la Cispadana, con la possibilità di trasformazione di Autobrennero in società in house, il Governo ha creato le condizioni per lo sblocco sulle concessioni. Ora la parola passa ai soci, nel frattempo le risorse regionali previste sono già stanziate. Quest’opera è funzionale anche al potenziamento della Ferrara-Mare.

E l’autostrada A13?

Per quanto riguarda l’A13, Autostrade è ad un punto molto avanzato, ed è fondamentale la schiarita sulle concessioni per l’avvio dei cantieri. Infine, per il collegamento con il Porto di Ravenna, è fondamentale la SS.16, su cui ANAS ci ha comunicato essere in fase molto avanzata. Il 2021 deve essere l’anno decisivo.

Più volte è stata sottolineata la difficoltà di questa provincia a fare sistema, al di là dei proclami. Le categorie sembrano aver identificato nel tavolo dell’imprenditoria e nella camera di commercio due punto di riferimento e di coordinamento: lei che ne pensa? Qualche suggerimento per fare sistema nei fatti?

C’è stato un indubbio salto di qualità nelle relazioni tra le organizzazioni di impresa ferraresi, a cui prestare attenzione e che può rappresentare un elemento per accrescere il peso del territorio nel contesto regionale. Per quanto riguarda le CCIAA, essendo rimaste le Province non capisco questa fretta sul superamento delle attuali Camere. Ci attendiamo che il Governo riapra il confronto sul loro futuro. I bandi che stiamo gestendo insieme, sono l’ulteriore dimostrazione di come questo ente sia utile ai territori.

Cgil, Cisl e Uil identificano nella mancanza di dialogo con le istituzioni, in particolare con il Comune di Ferrara, uno dei vulnus del nostro territorio: che ne pensa?

L’unità fra le tre sigle sindacali che da tempo viene portata avanti nel ferrarese deve spingere ancora di più le Istituzioni locali a sentire la necessità del confronto e della condivisione delle politiche con loro. Il confronto implica impegno, responsabilità, ascolto ma spesso migliora i risultati dell’azione pubblica. Lo dico anche per la mia esperienza in questo anno da assessore al Personale e al Bilancio.

Semplificazione amministrativa: molte unioni e fusioni sono operative, altre si sono arenate: quali secondo lei i passi in avanti che potrebbero fare i Comuni ferraresi, specie i più piccoli? Quali a suo giudizio le altre unioni che potrebbero partire nella nostra provincia?

Attraverso le Unioni abbiamo erogato ai comuni 100 milioni di euro in 5 anni per rafforzare i servizi. Ci sono Unioni ferraresi, nel copparese e nell’argentano-portuense, che ne hanno saputo approfittare. Ora, grazie al bando regionale per dotare le Unioni di un Temporary manager, è partito un nuovo percorso anche nell’Unione del Delta. L’innovazione istituzionale è un pezzo della strategia regionale sulla semplificazione amministrativa.

A che punto è il coinvolgimento di Ferrara città nella zona logistica semplificata? L’assessore competente è il suo collega Corsini ma in Giunta se ne è parlato? lei che ne pensa?

La ZLS è un’opportunità per tutto il ferrarese. Siamo al lavoro per identificare le aree che possono beneficiare di questo riconoscimento: ci sarà sicuramente il sito di San Giovanni di Ostellato. I requisiti previsti hanno aperto anche all’ingresso del Petrolchimico e dell’area di Codigoro. Ulteriori approfondimenti ci faranno capire se altre aree possono avere il riconoscimento, tenendo conto innanzitutto delle sinergie con il Porto di Ravenna.

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