Il Reddito di Solidarietà è legge in Emilia-Romagna

infografica-res-jpegUn sostegno economico a chi ha bisogno e si impegna a migliorare la propria condizione

L’Assemblea Legislativa ha approvato l’istituzione del Reddito di Solidarietà in Emilia-Romagna. Il Progetto di legge era stato depositata dai gruppi di PD e SEL e l’avevo sottoscritto come Consigliere e in rappresentanza del PD dell’Emilia-Romagna per sostenere chi è in difficoltà a uscire da una situazione di disagio e dare la possibilità – a chi lo vuole e si impegna per farlo – di tornare protagonista e di dare il proprio contributo alla comunità in cui vive. Il lavoro serve certamente per poter contare su un reddito, ma è soprattutto il modo per far sentire ogni individuo parte integrante della nostra società.

Sarà un sostegno a singoli e famiglie che si trovano in condizione di grave disagio lavorativo ed economico, ma che si impegnano ad attivarsi per uscirne. Non quindi la mera elargizione di un sussidio, ma un percorso progettuale che a fronte di un beneficio economico richiede che siano garantiti la ricerca ed accettazione di un eventuale posto di lavoro, la frequenza scolastica dei figli, la partecipazione a momenti formativi e più in generale un re-inserimento lavorativo e sociale.

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Oggi sono intervenuto in aula da firmatario della Proposta di Legge sul Reddito di Solidarietà, per rimarcare come questo voglia essere un modo per offrire nuove opportunità per chi oggi è e si sente ai margini e vuole provare a tornare protagonista nella società.

Sono circa 35mila le famiglie che in Emilia-Romagna vivono al di sotto della soglia di povertà. Da settembre di quest’anno, il Governo ha messo a punto per loro una misura definita Sostegno per l’Inclusione Attiva che parzialmente ricalca quella del nostro Reddito di Solidarietà. L’Emilia-Romagna però fa di più, allargando la platea dei potenziali fruitori del SIA, ai quali comunque non potrà essere riconosciuto in aggiunta anche il RES.

Il RES regionale infatti può essere erogato ai nuclei familiari, anche unipersonali, che abbiano ISEE uguale o inferiore a 3000 euro ma senza che sia prevista una graduatoria a punteggi. Per accedervi si dovrà presentare la domanda ai servizi sociali del comune di residenza; seguirà la presa in carico del nucleo famigliare con attivazione di un progetto di re-inserimento personale. Il beneficio sarà poi erogato tramite carta prepagata da parte dell’INPS.

Si stima che il RES regionale possa aiutare circa 23mila famiglie e più di 28mila individui. I beneficiari di RES e SIA insieme risulterebbero così circa 35mila famiglie e 64mila individui. Per il RES la Regione prevede una spesa annua di 35 milioni di euro. Il contributo mensile che sarà erogato ai beneficiari sarà pari al massimo a 400 euro per nucleo familiare a fronte dell’adesione di ognuno ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa.

La legge regionale che abbiamo approvato oggi era stata depositata da PD e SEL dopo un importante lavoro iniziato insieme ai colleghi della maggioranza e all’Assessorato al Welfare. Il lavoro è proseguito coinvolgendo associazioni, sindacati e terzo settore e pensiamo che sebbene non si tratti di una misura risolutiva rispetto ad un disagio diffuso, sia una risposta concreta alla doppia esigenza di aiutare chi è in difficoltà da un lato e allontanarci da logiche puramente assistenzialiste dall’altro.

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