Patto per il Lavoro: a 2 anni dalla firma +81mila posti

La firma del Patto per il Lavoro dell’Emilia-Romagna risale a due anni fa. Il 20 luglio 2015 fu siglata l’intesa tra organizzazioni sindacali e datoriali, associazioni, Terzo settore, Camere di commercio, Università, Ufficio scolastico regionale, Province, Città metropolitana di Bologna  e Comuni capoluogo, riuniti nella sede della Regione, a Bologna.

Obiettivo dichiarato: più lavoro e di qualità in Emilia-Romagna.

Il metodo per raggiungerlo passava dalla condivisione di azioni e strumenti, e da investimenti massicci sia da parte degli attori pubblici, sia degli investitori privati.

L’anniversario della firma, è stato l’occasione per fare il punto sull’andamento del Patto. In estrema sintesi, nell’ultimo anno sono stati investiti oltre 15 miliardi, creati 81mila posti di lavoro e la disoccupazione è scesa dal 9% al 6,6%.

Quella intrapresa, si conferma essere la strada giusta!

Gli investimenti

Nell’ultimo anno sono infatti saliti a 15,1 miliardi gli investimenti attivati per gli oltre 200 interventi avviati in tutti i settori, dalle opere pubbliche alla mobilità, dalla tutela del territorio alle politiche abitative, la ricerca tecnologica, l’innovazione e l’internazionalizzazione del sistema economico-produttivo, la formazione, la sanità e il welfare: si tratta di 1,6 miliardi di euro in più rispetto al luglio 2016. Così come salgono a 1,5 miliardi i fondi europei messi a bando sui 2,5 dell’intera programmazione 2014-2020 (+500 milioni in un anno), di cui 1 miliardo impegnato a cui aggiungere 660 milioni di cofinanziamenti privati (+313 milioni sempre rispetto al luglio 2016).

Quanto ai destinatari degli interventi, quelli a persone e famiglie valgono 3,1 miliardi, poi 6,7 miliardi per il territorio, 4 miliardi per le imprese 1,2 miliardi per gli enti locali.

Politiche integrate e un fare rete la cui efficacia è dimostrata anche dal fatto che le risorse destinate al Patto sono salite a 17,8 miliardi di euro2,8 in più rispetto ai 15 inizialmente previsti nel 2015. Fondi regionali, europei, statali, di altre amministrazioni pubbliche, società partecipate e privati messi in moto grazie a nuovi progetti: 1,5 miliardi solo per infrastrutture ma non meno importanti sono quelli, fra gli altri, per l’edilizia pubblica (in particolare quella sanitaria con 500 milioni e 150 per quella scolastica) o per il Data centre del Centro meteo europeo in arrivo a Bologna (40 milioni stanziati dal Governo per l’allestimento al Tecnopolo all’ex Manifattura Tabacchi).

Il lavoro

Uno sforzo congiunto che ha consolidato sia la crescita dell’economia regionale (+1,4 il Pil dell’Emilia-Romagna nel 2016, il più alto fra le Regioni italiane e ben oltre lo 0,9% nazionale) sia l’aumento dell’occupazione: 46.600 nuovi posti di lavoro nel primo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+2,4%), per un tasso di tasso di occupazione del 68,3% che pone l’Emilia-Romagna al primo posto in Italia, dove ha raggiunto il Trentino Alto Adige, e un tasso di disoccupazione medio annuale negli ultimi 12 mesi sceso al 6,6%, lontano dal 9% di inizio legislatura, gennaio 2015, e inferiore sia a quello del Veneto (6,7%) che della Lombardia (7,2%). Complessivamente, dal confronto tra primo trimestre 2015 e primo trimestre 2017 emerge come nei due anni di applicazione del Patto si siano registrati oltre 81mila nuovi posti di lavoro e nel 2016 17.400 occupati in più rispetto a quelli del 2008, anno che precedette l’avvio della crisi economica internazionale.

 

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