La mia intervista a Repubblica Bologna

da “Repubblica Bologna” del 06/06/2017

di Silvia Bignami

Il test di Calvano: «Ora il Pd è sfidante, qualcosa ne uscirà»

«STAVOLTA il Pd si presenta da sfidante, perché tra le città più importanti al voto l’11 giugno, noi governiamo solo a Budrio e Piacenza». Paolo Calvano, segretario regionale del Pd, si prepara alle amministrative incrociando le dita sulle sfide principali di questa tornata elettorale: Parma, Piacenza, Vignola, Riccione, Budrio e Comacchio.

Segretario Calvano, intanto, mentre a Roma si parla di proporzionale, in regione il Pd si presenta in coalizione, giusto?

«Si, noi ci presentiamo ovunque, nei Comuni con più di 15mila abitanti, con degli alleati. In media, in tutti i Comuni noi presentiamo tre liste. Il Pd e due civiche. Difficilmente siamo alleati con altri partiti, perché le altre formazioni politiche alla nostra sinistra o al centro fanno di solito una certa fatica a mettere insieme una lista loro. Piuttosto creano delle liste che raccolgono pezzi di società civile».

Vi darà fastidio la concorrenza degli “scissionisti” di Mdp?

«Vedremo. I rapporti con loro cambiano da zona a zona. A Piacenza abbiamo chiesto a Mdp di fare un’alleanza, ma si sono rifiutati. Anzi si presentano con un loro candidato. A Parma invece Mdp appoggia il candidato del Pd, ma senza liste».

Voi in queste amministrative vi presentate da sfidanti, almeno nei confronti principali. Pensate di vincere?

«Diciamo così, che stavolta possiamo dire di essere noi la forza del cambiamento. Eccetto Budrio e Piacenza infatti, dove speriamo nella riconferma, le altre città le governano gli altri. Questo significa che ad esempio a Parma, se Pizzarotti dovesse arrivare al 40% al primo turno, noi potremmo provare a intercettare al ballottaggio il 60% che non lo vuole più come sindaco».

Sarebbe il contrario di quel che accadde nel 2011, quando il Pd era in testa al primo turno e poi fu sconfitto da Pizzarotti, allora grillino, al secondo. Pensate di farcela?

«Vedremo. Intanto possiamo presentarci come alternativa a chi ha governato in questi cinque anni».

 

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