Calvano: «Questa non è Ferrara. Atteggiamento non democratico»

Pubblico di seguito la mia intervista pubblicata da Il Resto del Carlino di Ferrara (19/09/2015) a seguito della contestazione alla Ministro Stefania Giannini che ha impedito lo svolgersi dell’iniziativa pubblica su scuola e università. Il dibattito era in programma giovedì 18 settembre a Ferrara, nell’ambito della Festa nazionale dell’Unità dedicata alla scuola.


Una contestazione dura, ve la aspettavate?

«Avevamo messo in conto che ci potesse essere qualche persona che non era d’accordo con la riforma. Avevamo anche messo in conto che qualcuno avesse con sè un cartello o un fischietto. Ma sinceramente quello che è accaduto è andato oltre. É stato impedito al ministro Giannini di parlare».

Una serata da dimenticare per Ferrara?

«Questi atteggiamenti non sono ascrivibili a Ferrara: la città è composta da persone civili».

Tipo quelle che hanno applaudito il suo tentativo di far cominciare il dibattito?

«Gli applausi sono stati il segno che i cittadini che erano venuti in piazza avevano voglia di sentir parlare il ministro. Poi si può essere d’accordo o meno con le sue idee e con la riforma, ma è doveroso lasciarla parlare».

Tornando un attimo indietro. Se non la considera una serata da dimenticare, come potrebbe definire quanto successo giovedì?

«Un’occasione persa. Discutere di un tema simile con il ministro presente sarebbe stato utile a tutti, a chi condivide la riforma e anche a chi la critica».

Sindacati e docenti hanno detto che non sono stati ascoltati quando la ‘Buona Scuola’ veniva pensata e scritta, quindi ora sono loro che non vogliono ascoltare il ministro.

«Una considerazione, questa, che io definirei strumentale».

Dura contestazione, ma dura anche la reazione di alcuni esponenti Pd: Vitellio, su Facebook, ha definito i metodi usati per contestare «fascisti». Lei è d’accordo o si dissocia?

«Non so se l’aggettivo sia giusto o sbagliato, ma quando si impedisce di parlare si entra in un campo che non è più democratico».

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